Finito lo sforzo
gastronomico che unifica l’Italia tra la cena del ventiquattro e quella del
venticinque, sforando in qualche caso anche in Santo Stefano, ci prepariamo a
riarmare pentole e fornelli per festeggiare con le zampe sotto il tavolo anche
la fine dell’anno vecchio e l’inizio di quello nuovo.
Non so come funzioni nelle
altre famiglie, ma a casa mia il pranzo di Natale è sottoposto ad una sorta di rigidissima
procedura ISO9000 per cui il ripetere sempre le stesse preparazioni con
esattamente le stesse modalità sembrerebbe essere garanzia di qualità. Quindi la
sorella il cui compagno viene dalla Puglia si occupa di procurare olive,
carciofini, funghetti e tutta una serie di prodotti acquistati in un negozio
specializzato con tanto di etichetta sulle confezioni: “Prodotti Meridionali”
tanto per non confondersi. Mio papà che una ventina di anni fa ha fatto qualche
viaggio in camper tra Norvegia, Svezia e Finlandia si occupa da allora di
procurarci il salmone, poco importa se adesso questo arriva dall’Esselunga, l’esperto
di salmone è lui e lui se ne prende la responsabilità! E via via, passando allegramente
e rumorosamente dal paté al polipo, dai nervetti all’insalata russa si arriva con
un po’ meno leggerezza ai tortellini fatti rigorosamente in casa (come ho già
descritto qui). La felice coppia natalizia (gallina ripiena e cappone) rimane
abbandonata ogni anno intonsa sulla tavola per rifiorire a nuova vita in una
più entusiasmante insalata fredda il giorno di Santo Stefano. Qualche sguardo
furtivo riescono poi a guadagnarlo panettone e altri amici dolci che,
abbandonati sulla tavola per tutto il corso del pomeriggio suscitano interesse
a fasi alterne da parte dei più coraggiosi.
Per capodanno siamo tutti
più sciolti, probabilmente è dovuto al fatto che difficilmente siamo tutti
nello stesso posto contemporaneamente. Tra montagna, mare e città d’arte (come
dicono al tg), tra discoteche, serate danzanti e cene da amici, il cenone dell’ultimo
ha faticato ad affermarsi a casa nostra, quindi per quest’anno mi sento libera
di proporvi una ricetta che non appartiene alla mia famiglia, ma che ho testato
personalmente parecchie volte perché mio marito lo adora ed è semplicissimo da
preparare:
Ingredienti:
un cotechino precotto
pastasfoglia rettangolare
spinaci surgelati
un uovo
olio evo
Fate cuocere il cotechino
con le tempistiche e le modalità indicate sulla confezione, intanto scongelare
gli spinaci e poi saltateli in padella con un filo d’olio. Rompete l’uovo in
una terrina e sbattetelo con una forchetta. Aprite la sfoglia e tagliatene via
un pezzettino dal lato per creare le decorazioni, stendete gli spinaci sulla
sfoglia lasciando liberi i bordi per circa un centimetro. Posizionate il
cotechino sugli spinaci, ma non in mezzo, piuttosto verso un lato, poi,
aiutandovi con la carta forno della sfoglia che dovrete aver tenuto sotto,
cominciate ad arrotolare la sfoglia intorno al cotechino. Con un pennellino
spargete l’uovo sul bordo della sfoglia per farla aderire meglio e chiudete il
rotolo.
Con la pasta avanzata formate delle strisce o altri ornamenti con cui
decorerete il rotolo. Preriscaldate il forno a 180° e intanto spennellate il
rotolo con l’uovo. Infornate per circa 20 – 25 minuti. Controllate che la
sfoglia sia dorata e non preoccupatevi della cottura perché sia gli spinaci che
il cotechino sono già cotti.
Come avrete notato non ho assolutamente aggiunto sale, perchè è già abbastanza saporito il cotechino.
Cuocete cuocete
cuocete
Stefania
2 commenti:
Ma come! Ti ho insegnato ad usare il cotechino e gli spinaci freschi!! Tu mi hai pure suggerito di fare la pasta briseé fresca!!!! Mamma
Certo, ho avuto un attacco di Parodite acuta! Questa è la versione per chi ha poco tempo e poca manualità.
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