Quando si è in casa in tanti (in
vacanza variamo dai nove ai quattordici nei week end) e quando la maggior parte
sono bambini (minimo sei), mettere insieme gli ingredienti per pranzo e cena è
sempre difficile. La difficoltà è dovuta soprattutto alle diverse abitudini che
hanno i bambini, o meglio le famiglie, per quanto riguarda il cibo. Se il fatto
che si mangi a tavola, che non ci si alzi prima che tutti abbiano finito e che
durante i pasti la televisione deve rimanere spenta è assodato e condiviso tra noi
sorelle (e mamme dei fantastici sette) ci sono altri aspetti più variabili.
I miei figli per esempio non
mangiano tutto (Barbaforte non ama le verdure a meno che non siano sotto forma
di passata, Barbabella non ama la passata di verdure), però non sono abituati
ad avere alternative, si mangia ciò che la mamma serve nel piatto e se non
piace non si mangia altro. Vuoi il gelato? Vuoi la banana? Finisci quello che c’è
nel piatto. Ovviamente non faccio loro porzioni enormi, a Barbabella per
esempio di passata di verdure ne do mezzo mestolo. In effetti forse sono un po’ nazi, ma così si
sono abituati e Barbaforte due o tre pezzetti di pomodoro se li mangia ogni
tanto.
La scuola di pensiero delle Barbazie è diversa, una non cucina cose che sa già che loro non mangeranno per non sprecare cibo e anche questo è un punto di vista condivisibile soprattutto perché non sono estremamente selettivi (e soprattutto perchè si accolla l'onere della scelta dei pasti e della cucina). L’altra Barbazia viene solo nel week end quindi si può dire che il suo punto di vista non abbia molta voce in capitolo, ma suo figlio che invece è in vacanza con noi tutta la settimana ha il limite invalicabile del riso sotto ogni forma (che non mangia) e del primo a tutti i costi.
La scuola di pensiero delle Barbazie è diversa, una non cucina cose che sa già che loro non mangeranno per non sprecare cibo e anche questo è un punto di vista condivisibile soprattutto perché non sono estremamente selettivi (e soprattutto perchè si accolla l'onere della scelta dei pasti e della cucina). L’altra Barbazia viene solo nel week end quindi si può dire che il suo punto di vista non abbia molta voce in capitolo, ma suo figlio che invece è in vacanza con noi tutta la settimana ha il limite invalicabile del riso sotto ogni forma (che non mangia) e del primo a tutti i costi.
Si capisce quindi che mettere d’accordo
tutti diventa complesso. Io mi astengo dalle scelte e mi adeguo e con me i miei
figli, mi limito a fare la spesa per tutti con lista rigida. L’unica cosa che ho ottenuto
quest’anno è l’eliminazione totale delle merendine e l’introduzione del Bimby
per succhi di frutta fresca, pane e merende (in così tanti commensali il suo
uso in cucina è limitato).
Comunque, veniamo alla
semplicissima ricetta di oggi:
era avanzato il riso giallo, come
lo chiamiamo noi, o risotto alla milanese. Era di quello buono, fatto con tutti
i sacri crismi: brodo di pollo, crosta di parmigiano, mantecato con il burro. Ma
faceva caldo e non ne avevano mangiato molto, il cugino Barbabarba, ovviamente,
nemmeno toccato.
Dopo un relativamente lungo
consulto tra Barbasorelle ce lo siamo reinventato così:
Frittatine di riso giallo
monoporzione
Ingredienti: Risotto alla
milanese avanzato, uova, farina, latte, erbette aromatiche (a piacere), pezzetti di prosciutto cotto (a piacere).
Non posso essere precisa con le
dosi perché dipende dalla quantità di riso avanzata. Noi per una dozzina di
frittatine abbiamo usato due uova un paio di cucchiai di farina e mezzo
bicchiere di latte.
Mettere tutti gli ingredienti in
una ciotola e mescolare bene per amalgamarli, intanto scaldare una padella
capiente, antiaderente unta con olio. Con un cucchiaio mettere una dose di composto
nella pentola e schiacciare per appiattire. Quando sarà possibile girarla senza
distruggerla fatelo e lasciate che si dori anche dall’altra parte.
Sono state un successone ed è
bastato omettere che erano fatte con il riso per farne mangiare tre anche a
Barbabarba che ne era entusiasta.
A presto!
2 commenti:
gnam gnam
Carina l'idea!e comunque non c'è che dire necessità fa virtù, anche per me riciclare è un imperativo categorico!
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