Io e mio marito ci siamo
conosciuti in un posto da favola, dove in inverno la neve si presenta puntuale
ad ottobre e vi si ferma fino alla fine di marzo, in un posto dove il passeggiare
nel freddo delle serate dicembrine può essere riscaldato da una tazza fumante
di succo di mele e cannella, dove ci si può perdere in un bosco di abeti con ai
piedi un paio di ciaspole e dimenticarsi qualunque suono umano, dove ci si può
rifugiare in una sala da tè mentre fuori ci sono quindici gradi sotto lo zero
ed essere accolti nel tepore di una stube che coccola gli avventori. In questo
posto le persone sono ruvide, molto ruvide, ruvide come il loro modo di
parlare, ma se riesci a sbirciare nelle loro case puoi trovare tanti piccoli
angoli delicati, tante tenerezze appese o appoggiate, tanti oggettini che
dicono di un amore per la propria famiglia, la propria casa e la propria terra,
con un gusto che noi “del sud” possiamo solo invidiare.
Io e mio marito ci siamo
conosciuti in Val Pusteria e di quel posto siamo perennemente innamorati. Vi ho
descritto le sensazioni legate all’inverno in quei posti, perché quello è il
periodo in cui l’abbiamo frequentata maggiormente, ma anche in estate dice la
sua e ti prende con i suoi profumi, i suoi panorami ed i suoi piatti.
Il lavoro che vi presento oggi è
strettamente legato alla Val Pusteria ed in particolare a Brunico, perché è
stato realizzato con delle lane molto particolari acquistate proprio a Brunico
presso un lanificio più che centenario che compie l’intero ciclo della lana
fino alla produzione dei famosissimo loden. Si tratta del lanificio Moessmer di Brunico (che credo abbia un negozio anche a
Bolzano). Le sue lane sono calde e ruvide come la gente di queste valli, hanno
dei colori particolari che difficilmente ho trovato in altri posti. Io adoro la
ricerca di filati e di tessuti particolari e questo è uno dei miei posti
preferiti.
Questa sciarpa, che in realtà è
tanto grande da poter essere utilizzata come stola, è semplicemente realizzata
congiungendo tanti cerchietti all’uncinetto con delle catenelle intrecciate, ma
è l’accostamento dei colori che già in negozio mi aveva affascinato. Questa sciarpa
dice: “autunno, camino, castagne, pantofole calde e coccole”.
Io la uso tantissimo a scuola,
chi non ha un ricordo della maestra che faceva lezione con il cappotto sulle
spalle? Bene nelle scuole in cui ho insegnato io in inverno ho sempre trovato
un clima tropicale, tanto che spesso i ragazzi sono costretti a spegnere i
termosifoni ed aprire le finestre con degli sprechi energetici da paura, nella
scuola dove sono finalmente approdata quest’anno si è verificata un’inversione
termica anomala per la scuola statale italiana: in inverno fa freddo! Quindi via
con la sciarpa sulle spalle ed i complimenti delle colleghe!
A proposito, se decidete di
andare a Brunico a comprare lane e tessuti, non perdetevi un buon rifugio da HuberAlm, il rifugio di Anterselva, imperdibile!
A presto
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