È inutile che mi metta a fare l’elenco delle cose che sono cambiate, ma quello che forse mi è mancato di più sono i viaggi. Potrei dire che i bambini si stancano in viaggio, che non reggono i tempi degli adulti, che è uno spreco spendere dei soldi per stare chiusi in camera a fare il riposino. In realtà siamo noi che non abbiamo voglia di gestire i bambini in situazioni diverse da quelle collaudate e temiamo di tornare dalla vacanza più distrutti di quando siamo partiti.
Questa volta abbiamo preso la palla al balzo e ci siamo uniti a tre amiche per uno splendido week end a Vienna, bambini al seguito, ed è stato un successone. I bambini ne sono stati entusiasti e si sono divertiti tantissimo, noi ci siamo stancati, come loro del resto, ma eravamo proprio contenti.
Vi confesso che per tutta la settimana prima di partire mi sono pentita di essermi imbarcata in questa cosa e di aver prenotato; l’idea di fare le valigie per tutti mi angosciava come succede prima di ogni partenza e il pensiero di dover disfare i bagagli e fare il bucato al ritorno pure. Ma una volta partiti tutto è cambiato e l’entusiasmo ha preso il sopravvento.
Coinvolgere i bambini
Consultiamo la piantina |
Per coinvolgerli ulteriormente abbiamo dato a Barbabella la nostra vecchia macchina fotografica digitale con la quale ha immortalato monumenti, strade e negozi dal suo punto di vista. Ha scattato più foto lei di noi e voleva continuare a visitare senza mai fermarsi. Ovviamente qualche scatto era permesso anche a Barbaforte, ma sotto la stretta supervisione della sorella maggiore.
Il viaggio
Il viaggio di andata è stato sicuramente la parte più faticosa (al ritorno hanno dormito quasi sempre), anche perché abbiamo deciso, per motivi economici, di muoverci in macchina. Vienna dista circa sette ore di auto da Verona e abbiamo quindi dovuto prevedere gli intrattenimenti per i bambini. Io sono fermamente contraria all’uso di video o tablet per distrarre i bambini durante i viaggi perché vorrei che si guardassero intorno, ammirassero il panorama e notassero i cambiamenti di paesaggio. Sette ore però sono tante, ho quindi acquistato un album di stickers di Peppa Pig, quelli che si attaccano e staccano con i quali hanno giocato per circa mezz’ora; poi è stato tutto un guarda lì! Cos’è quello? C’è la neve! Insomma anche il viaggio è andato bene. Giusto per dare qualche dato: da Verona abbiamo fatto il Tarvisio. Se si va in Austria in automobile bisogna avere il kit del pronto soccorso ed il bollino dell’autostrada che si acquistano nell’ultimo autogrill prima del confine.Hotel e pranzi
Abbiamo prenotato presso un albergo della catena Meininger, il Vienna Downtown Sissi ci siamo trovati molto bene, l’arredamento e le finiture moderne e la mancanza di moquette lo rendevano, per me, particolarmente confortevole, anche se il mobilio era un po’ spartano e c’era giusto l’indispensabile. Anche la posizione è ottima, dieci minuti a piedi dalla cattedrale con passeggiata lungo il Donaukanal (un canale artificiale che lambisce il centro della città) davvero gradevole, oppure la metropolitana comodissima a due minuti a piedi dall’hotel. Questa catena offre solo la colazione (ottima ed in stile continentale) ai suoi ospiti, quindi per la cena abbiamo optato per i ristorantini tipici del centro. A pranzo, lo confesso, McDonald e North Sea la facevano da padroni. Per la macchina c’è il parcheggio dell’albergo (a pagamento), ma nei giorni festivi si può parcheggiare liberamente anche in strada. Un’ultima nota: se scegliete di pernottare al Vienna Downtown Sissi preparatevi a dividere le vostre notti con la principessa Sissi che impera ovunque dalla reception alla testata del letto….inquietante, ma Barbabella ha gradito mooooolto.Il duomo visto da Barbaforte |
Uscendo dal palazzo, che è proprio in centro, una lunga sosta da Starbucks è d’obbligo, una cioccolata calda con i cookies è quello che ci vuole dopo un viaggio di tante ore ed una visita così impegnativa. E qui i bambini hanno potuto disegnare le loro prime impressioni.
Una passeggiata per le vie del centro, con le carrozze che attiravano l’attenzione di Barbaforte che urlava come un matto quando le sentiva arrivare, ci ha portati direttamente alla cattedrale dove abbiamo potuto assistere alla S.Messa cantata con Barbaforte affascinato dal grande organo che non la smetteva di suonare e Barbabella addormentata in braccio a papà.
Il palazzo della Secessione forse è un po’ più per intenditori. Io mi sono goduta una spiegazione del mio collega di storia dell’architettura quando ci siamo stati nella primavera del 2013 in gita scolastica. All’interno davvero mirabile è il fregio di Beethoven di Gustav Klimt, un inno alla nona sinfonia che deve essere visto con molta calma leggendo il foglio che consegnano all’ingresso per comprenderla fino in fondo. Ai bambini resterà impresso soprattutto il mostro a forma di scimmia
Nel tardo pomeriggio ancora una bella passeggiata alla scoperta dei vicoli del centro storico, seguendo uno dei percorsi indicati nella nostra vecchia guida; la ricerca dell’ormai inesistente museo del giocattolo ci porterà a conoscere degli angolini davvero romantici e particolari. Anche passeggiare tra le vetrine devo dire che è piacevole, soprattutto per chi come noi nelle grandi città ci va solo di rado. Infine ancora una lunga sosta da Starbucks a rimettere insieme, idee, emozioni e forze; davvero un luogo accogliente.
La domenica mattina ci siamo divisi, mentre le “zie” visitavano la casa studio di Sigmund Freud (almeno questa l’abbiamo risparmiata ai bambini) noi abbiamo optato per una tranquilla passeggiata per le vie del centro, deserte se appena si esce dai percorsi principali, davvero piacevole. Prima di ripartire alla volta dell’Italia la sosta alle “case pazze” di Underwasser è d’obbligo. I bambini sono strabiliati nel vederle, noi ancora di più, ma piove ed il viaggio è lungo, ci fermiamo giusto il tempo di qualche foto e una visita al book shop e poi ripartiamo.
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