giovedì 30 agosto 2012

Supa de carote e brocolo


Era da qualche giorno che volevo pubblicare questa ricetta facile e veloci per Bimbiste, poi stamattina ho letto del Linky Party di Topogina di questa settimana, quello sui dialetti; per questa settimana la richiesta è di pubblicare qualche cosa in dialetto o con riferimento ai dialetti. Bello! Potrei pubblicare la mia ricettina in dialetto, vabbè, non è una ricetta tipica regionale, ma potrei scriverla come se dovessi spiegarla a qualcuno in dialetto.
Certo che per me il dialetto è un bel problema. Fino a sette anni fa, quando abitavo ancora a Milano, ero convinta che le conversazioni in dialetto fossero cosa riservata agli anziani, poi ho conosciuto un veronese, quello che poi ho sposato. Ricordo le prime volte che uscivo con lui ed i suoi amici: ero sconvolta dall’uso continuo ed inconsapevole che facevano del dialetto e quando raccontavo che a Milano i giovani non comunicavano tra di loro in dialetto mi guardavano come se arrivassi da Marte.
In effetti è così, a Milano il dialetto stretto lo parla ancora solo qualche anziano, al limite i più giovani usano qualche espressione dialettale, ma non ricordo di averne mai sentito uno comporre un’intera frase in dialetto meneghino. In effetti se ci si pensa, Milano è una città in cui c’è stata una forte immigrazione fin dagli anni sessanta e, per quelli dalla mia generazione in poi, la necessità di comunicare ha pian piano relegato il dialetto alle conversazioni con il nonno per adottare, seppur con diverse cadenze dialettali, l’italiano.

Io stessa, per esempio capisco perfettamente il mio dialetto, ma non sarei in grado di comporre una frase intera in maniera immediata e forse anche pensandoci farei molta fatica. D’altra parte ricordo che nella mia classe delle elementari io ero l’unica bambina che aveva entrambe i genitori nati a Milano, come potevo comunicare con i miei compagni se non in italiano? E a casa si parlava solo in italiano, quindi dialetto addio.
Ora arriviamo alla mia ricettina. Non volendo violentare la mia lingua, alla quale sono comunque affezionata, ho deciso di ricorrere all’aiuto di mio marito e di tradurre la ricetta in un dialetto che per me è ora abbastanza familiare: il veronese. Nota per i veronesi D.O.C. : è una libera traduzione fonetica del parlato, nemmeno mio marito sa come si scrive!


Supa de carote e brocolo
Zuppa di carote e cavolfiore

Ghe vol:
Ingredienti:

sinque carote
cinque carote

un poco de brocolo se te ghe l’è, ma se pol far de manco
un quarto di cavolfiore piccolo (io ce l’avevo in freezer, ma potete farne a meno)

una seoleta
una cipolla piccola

formaio molo
formaggio spalmabile

late
latte

acqua

oio
olio

sal
sale.

Meti nel biceron del Bimby la seoleta e masena con un par de colpi de turbo, zonteghe un cuciar de oio e cosilo par tri minuti a zento gradi velocità uno. Mettere nel boccale del Bimby la cipolla e tritare con un paio di colpi di turbo, poi aggiungere un cucchiaio di olio e farlo soffriggere per tre minuti a 100° velocità 1.

Zonteghe le carote netade e tajade a tochi e il cavolfior, quersi con mesa acqua e meso late e cosi a velocità uno a zento gradi par vinti minuti.  Aggiungere le carote pulite e tagliate a tocchetti e il cavolfiore, coprite con metà acqua e metà latte, cuocete a 100° per 20 minuti velocità uno.

Finio de cosar speta che se sora un pochetin e masena il tuto a velocità diese par meso minuto (non stasì a averghe paura). Metilo nela ciotola e zonteghe un cuciar de formaio molo. Una volta terminata la cottura aspettate che si raffreddi un po’ e poi omogeneizzate a velocità 10 per 30 secondi (senza paura). Disponete nelle terrine ed aggiungete un cucchiaio di formaggio spalmabile.

Par tociàre emo usà del pan nero. Per i crostini abbiamo usato pane di segale tostato.

L’è na supa che ghe piase ai buteleti! È una ricetta che adorano anche i bambini!

 Se vedemo!

A presto!

Con questa ricetta partecipo a:


4 commenti:

Francesca ha detto...

Ciao! Ho partecipato anche io al Linky Party..e ora vado a conoscere le varie concorrenti!
Tanto piacere, la tua zuppa sembra ottima, la proverò senz'altro!!
Frafra

Unknown ha detto...

la tua zuppa è da provare, bella l'idea di tradurla in dialetto.....è vero quanto dici riguardo Milano, è pressoché impossibile riuscire a parlare il dialetto con qualcuno, io l'ho sempre compreso bene (in casa i miei lo parlavano) ma non l'ho mai parlato...ora, invecchiando, mi ritrovo spesso a parlarlo con mio marito, ha cominciato a sgorgare senza sforzo...

Anonimo ha detto...

Cara Stefi,sei promossa veronese DOC!! Complimenti per la ricetta e soprattutto per il dialetto (forse ha contribuito anche il Dal Cero??)ciao Fabia

Stefania ha detto...

Sicuramente! Da quando ho capito che piazzando qui e lá un po' di dialetto avevo molta più attenzione dai ragazzi mi sono applicata. Comunque ha contribuito anche mio marito... Sbuffando... Ciao e lunedì guarda nel tuo cassetto.

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